CULTURA

Alberto Angela: "Le mie passioni? La televisione e la regina Cleopatra"

Intervista al popolare divulgatore scientifico che ripercorre alcune delle avventure più particolari della sua carriera e racconta la storia di una donna "bellissima"

di Davide Lamagni

Forse duemila persone non se le aspettava per la presentazione, seppur in anteprima nazionale, del suo ultimo libro Cleopatra. La regina che sfidò Roma e conquistò l'eternità (HarperCollins Italia). Fatto sta che lo scorso 25 novembre al BPER Forum Monzani di Modena e in due sale cinematografiche aperte per l'occasione, Alberto Angela è stato accolto da una vera fiumana umana, che lo ha circondato, quasi fosse "un dio in terra", di applausi, abbracci, selfie e autografi. 

Un tono pacato ma allo stesso tempo incalzante, una grande chiarezza espositiva unita a un’innata passione per tutti i mondi che ha scoperto e che da anni narra ai suoi spettatori. Il popolare divulgatore televisivo ha preso per mano il pubblico del Forum e l’ha condotto alla scoperta del sapere, in modo coinvolgente e mai noioso. Lo ha fatto raccontando il suo ultimo saggio, avvincente come un romanzo, dove ricostruisce la vita dell’ultima regina d’Egitto, Cleopatra. Fra intrighi politici, passioni amorose, battaglie e "una certa affinità con Lady Gaga". 

Neo cittadino onorario di Pompei, e prima ancora di Napoli – per essere riuscito a comprenderle e a raccontarle a fondo, senza patinature folcloristiche – il paleontologo-divulgatore ha chiuso da poche settimane il ciclo di quattro puntate della trasmissione Ulisse – Il piacere della scoperta in onda il sabato sera su Rai 1. Un successo andato oltre ogni più rosea aspettativa (la puntata sulla Shoah e quella su Cleopatra hanno fatto quasi 4 milioni di telespettatori per oltre il 21% di share), che ha affermato il già noto giornalista nell'olimpo dei presentatori, facendone ad oggi il più amato del piccolo schermo.

Angela, non si vedono tutti i giorni duemila persone per la presentazione di un libro. Che effetto le fa tutto questo successo?
"È un buon inizio (ride). È probabilmente l’onda lunga di qualcosa che si vede anche in televisione. Sono infatti tanti gli italiani che seguono programmi di divulgazione e di cultura. Anche in prima serata, di sabato. Questo vorrà dire qualcosa".

Cos’ha rappresentato passare con "Ulisse" da Rai 3 a Rai 1, per di più in prima serata?
"Una bella sfida. Nessuna televisione pubblica in Europa ha il coraggio di mettere un programma di cultura in prima serata, di certo non una rete ammiraglia. Questo vuol dire che la Rai ha avuto una grande intuizione e coraggio, che risponde, d'altra parte, a una richiesta del pubblico. È un gioco a due".

Il suo programma è molto seguito e ha un pubblico vasto. A cosa si deve tutta questa popolarità e perché la gente sembra essere così affamata di cultura e, più in generale, di conoscenza?
"È un pubblico che va dai 5 ai 90 anni. Mi fa piacere sapere che in mezzo ci siano anche tanti giovani. La gente apprezza non solo il tema, ma anche come viene raccontato: attraverso parole semplici, frasi corte e un certo ritmo. Non dimentichiamoci, poi, che in Italia abbiamo il maggior numero di siti Unesco al mondo. La cultura ha sempre fatto parte del DNA degli italiani, dall’antichità ad oggi. L'italiano ha sete e voglia di scoprire e di conoscere".

Passiamo alla presentazione del libro. Nel volume afferma che il mondo non sarebbe lo stesso se il grande condottiero Antonio non si fosse innamorato di Cleopatra. Perché?
"La loro relazione ha permesso che accadessero tanti avvenimenti che hanno portato la storia di Roma ad arrivare fino a noi sotto varie forme. Quella vissuta da Antonio e Cleopatra è una delle più grandi storie d'amore mai narrate. Lei lo raggiunge in barca seminuda, eccentrica e provocatoria come oggi si potrebbe dire di Lady Gaga, lo porta in luna di miele, lo rende padre, lo aiuta a conquistare l'Oriente. Lei guida, unica donna tra migliaia di uomini, eserciti e navi".

Cleopatra era molto diversa dalla maggior parte delle donne romane, ancora relegate a un ruolo di secondo piano nella vita sociale. Cosa rappresentava per l’epoca?
"La modernità. È stata una donna 'moderna' in un'epoca antica. Una figura femminile diversa da tutte le altre, fuori dai canoni. Riusciva a essere una statista, ma al tempo stesso anche una mamma, un’amante, una donna sposata, una condottiera. Era intelligente e colta. Nessun'altra sovrana è stata come lei. Quella di Cleopatra è una figura intrigante e affascinante, ricca di sorprese. A cominciare, per esempio, dal suo nome, che non è egizio, come si crederebbe, ma greco: è composto da kleos e patros e significa 'gloria del padre'".

Torniamo al suo successo televisivo. In una puntata di “Ulisse” ha raccontato con grande delicatezza e sensibilità il rastrellamento e la deportazione degli ebrei italiani verso il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Un episodio seguito da quasi quattro milioni di telespettatori, che ha aperto un ampio confronto sui social, soprattutto tra i giovani. Se l’aspettava?
"La puntata sulla Shoah è stata emozionante, perché per quanti libri si possano aver letto sull’argomento quando si entra nei campi di sterminio, si sale sui vagoni e si vedono quelle montagne di scarpe si resta senza parole e con una grande sofferenza interiore. Era importante far capire, soprattutto ai tanti giovani che hanno commentato sui social la puntata (dando così un segnale di speranza), che non bisogna dimenticare questi orrori, perché possono tornare".

Lei nasce come paleontologo, ma da quasi vent’anni preferisce la divulgazione scientifica. Come si conciliano rigore scientifico e narrazione?
"Questo libro, come altri, ha una struttura un po' particolare: ha il contenuto di un libro di storia e il linguaggio di un romanzo. Riuscire a creare un ponte tra queste due vette consente di cogliere automaticamente due pubblici, quelli che vogliono sentire un racconto e quelli che vogliono conoscere. Il romanzare non è quindi il termine giusto per parlare di questo libro. È rendere in prosa qualcosa che a volte è chiuso dentro agli scritti accademici. Bisogna ricordare, poi, che molti dati non li conosciamo, si tratta di fatti accaduti duemila anni fa. A volte bisogna raccontarli cercando di scrivere una poesia del passato, rendendola sempre molto affascinante, piacevole, ma che abbia un contenuto vero".

Le manca il mondo della ricerca, degli scavi, della vita in tenda?
"Sì, molto. Anche se oggi, in fondo, faccio un po' la stessa cosa. Quando ero nelle savane scavavo lentamente e facevo emergere un reperto che nessuno vedeva più da milioni di anni. Un'emozione unica, pazzesca. Qui, con questo libro, sto facendo uno scavo nella storia in un modo diverso, usando la penna e non il pennello o strumenti da paleontologo. L'emozione della scoperta è però sempre la stessa".

Faceva una vita da Indiana Jones e ha vissuto numerose esperienze insolite: dal rapimento lampo in Niger al viaggio insieme a un cannibale. Qualche ricordo?
"I ricordi sono tanti, dalla tenda assalita dalle formiche legionarie, circondata dalle iene, dagli ippopotami alla traversata in zattera con un cannibale. Aveva i denti affilati a triangolo, tipo quelli degli squali: me ne sono accorto proprio alla fine di un tragitto in barca, quando ha sorriso per salutarmi… In realtà era un ragazzo molto gentile che faceva il pastore".

Ha girato e visto il mondo, Italia compresa. C’è un posto che l’ha affascinata più di altri?
"È difficile, se non impossibile, sceglierne uno. All'estero ci sono tanti siti che rappresentano un momento preciso di un Paese, di solito il suo periodo migliore. In Italia abbiamo invece capolavori risalenti a tutte le epoche: il periodo greco ci ha lasciato la valle dei Templi, quello romano Pompei, il Medioevo Siena, il Rinascimento la magnifica Firenze. E ancora, la Roma barocca, il '700 a Venezia e l'800 la Reggia di Caserta… Da rimanere a bocca aperta".

Cosa la conquista dei luoghi che racconta?
"L'incontro con le intelligenze di centinaia o migliaia di anni fa, entrare in contatto con qualcuno che non c’è più, ma che continua a parlarti e mostrarti le sue meraviglie. Comunicare con queste persone attraverso la stessa lingua".

Su cosa si concentreranno i prossimi lavori?
"Stiamo registrando le nuove puntate del programma Meraviglie - La penisola dei tesori, che andranno in onda su Rai 1 all’inizio del prossimo anno. Dopo il successo delle prime puntate, andate in onda in prima serata, dedicate alle Dolomiti, a Venezia e alla reggia di Caserta, con la produzione abbiamo deciso di soffermarci sul racconto storico e culturale di altri luoghi meravigliosi, tra cui quello di una città emiliana, Parma".