"Bfree", un nuovo laboratorio per raccontare la realtà
Si può fare giornalismo ed essere liberi? Esiste una verità oggettiva? O il lavoro del giornalista è piuttosto quello di tendere a raggiungerla, in modo onesto e consapevole?
Belle domande, a cui è difficile dare risposte. Al punto che abbiamo smesso di porcele, e forse è questo uno dei motivi per cui le fake news dilagano nell'epoca della nuova normalità, fatta di pochi slanci ideali e di molte contrapposizioni violente.
Che fare, allora? Senza avere la presunzione di trovare facili soluzioni, forse si può semplicemente tornare a lavorare su questi temi, partendo soprattutto dai giovani.
Ecco il senso di una nostra iniziativa chiamata non a caso “Bfree”, dove la B iniziale si può leggere come iniziale di BPER, certo, ma evoca anche il verbo essere in inglese, e comunque fa riferimento al coraggio (intellettuale) di essere liberi.
Tutto è nato dal rapporto con Professional Datagest, una scuola di formazione manageriale che ha sede Bologna, coinvolgendo 26 studenti del master in media relations e comunicazione digitale. A loro abbiamo chiesto due cose: sviluppare un progetto di collaborazione giornalistica al magazine Per Voi, nella versione online e in quella cartacea, e amplificare attraverso i social i temi trattati. Al termine il Bper Forum Monzani di Modena ha ospitato la presentazione dei progetti e la loro premiazione.
“Bfree” ci ha insegnato che la libertà non è una condizione permanente: esige coraggio, costa fatica e nasce dalla consapevolezza di un attimo, quello in cui ogni cosa torna al suo posto. Lo sanno bene i giovani che hanno partecipato con entusiasmo all'iniziativa, con l’obiettivo di costruire, anche in questo modo, il loro futuro professionale.
Oggi il risultato del loro lavoro esce dal “laboratorio” che li ha impegnati per mesi e si affaccia alle nostre pagine digitali per essere letto, apprezzato e magari anche criticato. Ma comunque condiviso da chiunque avrà desiderio di ascoltarli. Buona lettura.