EDITORIALE

Il coraggio di guardare avanti

di Eugenio Tangerini

Quanto è lecito essere fiduciosi, dopo un 2020 in cui ci siamo ritrovati tutti più fragili, insicuri, esposti ai rischi della globalizzazione incompiuta? Difficile rispondere, o meglio ognuno avrà la sua risposta personale. Ma è facile prevedere, questo sì, che prevalgano le preoccupazioni per la salute e le incertezze sull'arrivo del vaccino, i timori per le conseguenze economiche e sociali, i dubbi sulla nuova normalità non ancora acquisita nei modi di vita e lavoro. Per tacere delle fibrillazioni politiche, ma quelle non mancano mai.
Ciò che vale per i singoli vale anche per le istituzioni, mondo della finanza compreso. Le banche sono sempre state in prima linea, cercando di fare meglio che potevano il loro mestiere, soprattutto nei periodi più cupi del lockdown. E lo saranno anche in futuro, con la prospettiva dei tassi di interesse molto bassi a pesare sui margini e con le crisi di solvibilità incombenti per le aziende meno solide, una volta che sarà esaurito l’effetto dei programmi di assistenza.
Intanto Bankitalia prevede che il PIL non tornerà ai livelli pre-Covid prima del 2023, mentre in un altro ambito – più vicino di quel che sembri – l'Onu lancia l’allarme sul clima a cinque anni dall'accordo di Parigi, largamente disatteso. La parola d’ordine in Italia è recuperare produttività, serve uno scatto di reni su ricerca, digitale e formazione. Ma soprattutto non si può mancare l’obiettivo del Recovery Plan (o meglio, Next Generation Eu). Bisogna presentare un piano convincente per attingere alle risorse ingenti del programma europeo, in modo che privati e banche possano poi finanziare progetti credibili. 
L’elenco potrebbe continuare. Visto che è tempo di bilanci, però, vale la pena di guardare anche a ciò che è stato fatto. Magari da una prospettiva più ristretta, ma non meno significativa, sfogliando le pagine che seguono dedicate a Bper. Più volte abbiamo descritto l’attitudine della banca a una resilienza tenace, ma quest’anno c’è molto di più: l’acquisto del ramo di azienda da Intesa segna una svolta storica, cambia dimensione e posizionamento strategico. E il recente aumento di capitale si è concluso con pieno successo in un momento difficile, mentre andavano via via in porto nuovi progetti per migliorare i servizi alle imprese e ai privati, insieme con le iniziative a sostegno di cultura e territori. A fare da collante l’operatività sempre garantita e l’impegno rafforzato sulla sostenibilità, che ha ottenuto un "voto" prestigioso da un’autorevole organizzazione internazionale.
Ce n’è abbastanza, insomma, per guardare avanti con coraggio. E magari per rispondere in modo imprevisto, con ritrovata fiducia, a quella scomoda domanda iniziale