La banca del futuro e i valori che contano
Nuovi esami appena superati e nuove regole in vista (forse fin troppe, si corre il rischio di un cortocircuito normativo). E’ un dicembre di passione, questo, per il sistema bancario. Con grandi sfide alle porte e molti interrogativi aperti, a cui c’è chi risponde proponendo soluzioni drastiche. “Meglio puntare su una banca che non raccoglie denaro e non fa prestiti, ma promuove solo investimenti”, dichiara senza mezzi termini un imprenditore-finanziere di lungo corso. Ma senza spingersi a tanto, forse il modello del futuro può reggere su un mix di maggiore efficienza nei servizi tradizionali e di qualificazione delle nuove attività, a partire dalla consulenza, con alto valore aggiunto.
Di certo la rivoluzione è ormai avviata: si procede verso un modello di banca sempre più “leggera” e digitale. E il cambio di pelle è strettamente legato ai rapporti con la clientela. Un esempio fra tutti: la nuova cultura, oggi, è richiesta anche al sistema delle imprese, che devono proporre strategie e progetti credibili per accedere con minori difficoltà – magari accompagnate dalla propria banca di fiducia – al mercato dei capitali.
Indietro, dunque, non si torna: meglio applicare nei fatti il motto ricorrente che descrive i cambiamenti, anche traumatici, come opportunità. Ma se in generale occorre essere veloci, su certi fronti specifici serve tempo, almeno quello che la sana gestione e il buon senso impongono. Ad esempio per smaltire com’è necessario i crediti deteriorati (i cosiddetti Npl) senza causare contraccolpi negativi all’economia reale che si è appena avviata sulla strada della ripresa.
E intanto, mentre si discute proprio sui meccanismi di svalutazione automatica degli Npl che la Vigilanza europea vuole introdurre, le statistiche recenti attestano che quest’anno le banche italiane non sono state a guardare: hanno ceduto complessivamente 80 miliardi di crediti deteriorati, una cifra record, mentre il volume delle sofferenze nette è calato del 24% a 65,8 miliardi.
In mezzo a tanti rivolgimenti c’è da chiedersi come salvare alcuni valori importanti. Quali? Vicinanza, relazione, interesse concreto per le persone e i territori. Una riflessione che ha scandito di mese in mese, fra celebrazioni, iniziative ed eventi, questo 2017 indimenticabile in cui BPER festeggia un secolo e mezzo di vita. L’obiettivo era mettere a fuoco, schivando ogni retorica, quanto quei valori hanno contato nel percorso di una piccola banca nata in provincia, che è diventata un grande gruppo nazionale senza perdere la propria identità. E soprattutto guardando sempre avanti, oggi come 150 anni fa.