EDITORIALE

Servizi finanziari di qualità per sostenere la ripresa

di Eugenio Tangerini

Tra una raffica di stime, report e commenti – in genere poco confortanti, ma con qualche eccezione positiva, come la parziale rimonta del settore manifatturiero italiano – un aspetto è ormai chiaro: ben difficilmente la ripresa economica, una volta scongiurata del tutto l’emergenza sanitaria, disegnerà un grafico "a V", cioè sarà tanto rapida quanto la caduta verticale durante il lockdown. Bisogna attrezzarsi, dunque, a proseguire una risalita che si prospetta non facile né breve. 
Intanto il sistema finanziario ha dimostrato, proprio in questi mesi, di essere un fattore di stabilità, a differenza che nelle crisi passate. E le banche, in particolare, si preparano a cambiare pelle, prefigurando nuovi modelli di business in cui l’offerta di servizi evoluti affiancherà, con un’importanza sempre maggiore, l’attività di credito tradizionale alle imprese. Se è vero, infatti, che questa crisi ha colpito molto duramente i "piccoli", mentre le aziende più strutturate hanno retto l’urto e sono riuscite a ripartire, allora temi quali la crescita dimensionale, la ricapitalizzazione e la capacità di innovare e diversificare avranno un’importanza decisiva nelle prospettive di sviluppo, superata la fase della necessaria richiesta di liquidità.
Sul fronte della ripresa, insomma, una delle partite più importanti si gioca intorno alla capacità degli Istituti di credito – spesso criticati, ma sempre al centro delle politiche di sistema – di fornire questi servizi di qualità, migliorando le proprie competenze in ambiti strategici come l’assistenza finanziaria a 360 gradi, l’advisory, le attività di corporate finance e di investment banking. Le banche a loro volta sono imprese, con tutte le incognite che questo comporta in una fase economica negativa. Ma negli ultimi anni hanno saputo rafforzarsi, migliorando la patrimonializzazione e la qualità degli attivi. Ora sono meglio attrezzate per affrontare un’altra sfida, da cui dipendono le loro performance future, certo, ma soprattutto la crescita del Paese. Le occasioni di lavoro fornite dai massicci interventi di sostegno pubblico