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BPER Banca, cresce l'utile 2016. Dividendo a 0,06 euro/azione

Profitti a 14,3 milioni e sofferenze in calo. L'Ad Vandelli: "Un nuovo piano entro l'estate"

Il Consiglio di Amministrazione di BPER Banca ha esaminato ed approvato lo scorso 9 febbraio i risultati individuali della Banca e consolidati di Gruppo al 31 dicembre 2016. Ecco le principali evidenze.

Crescita della redditività ordinaria del Gruppo: utile netto dell’esercizio pari a € 71,5 milioni (€ 62,1 milioni del 2015) al netto delle poste non ricorrenti ed escludendo i contributi ai Fondi di Risoluzione e di Garanzia dei depositi; utile netto contabile di € 14,3 milioni (€ 220,7 milioni nel 2015).

Proposta di un dividendo cash di € 6 centesimi per azione (€ 10 centesimi nel 2015) per la Capogruppo BPER Banca.

Continua il trend di miglioramento dell’asset quality in presenza di politiche di accantonamento particolarmente conservative:

- stock lordi di crediti deteriorati e sofferenze in calo rispettivamente dell’1,9% e dell’1,0% da fine 2015 anche grazie ad alcune operazioni di cessione di sofferenze - per un valore lordo complessivo di circa € 700 milioni nell’anno, senza impatti significativi a conto economico - realizzate nell’ambito di una più ampia strategia di gestione dei crediti deteriorati;
- incidenza dei crediti deteriorati lordi al 22,1% in riduzione di 122 bps nell’anno;
- flussi in ingresso a crediti deteriorati da “bonis” in calo del 6,1% rispetto al 2015 e del 32,5% rispetto al 2014; in calo anche i flussi in ingresso a sofferenza del 5,4% dal 2015 e del 34,5% rispetto al 2014;
- significativo aumento dei flussi di ritorno in “bonis” da crediti deteriorati (+16,9% anno su anno) a conferma di una maggiore efficienza nella gestione del credito problematico;
- ulteriore incremento del coverage ratio dei crediti deteriorati pari al 44,5% nonostante le importanti cessioni di sofferenze realizzate nell’anno (+86 bps da settembre 2016 e +32 bps da fine 2015) e rettifiche nette su crediti in calo del 12,2% su base annua;

Impieghi netti alla clientela in significativa crescita del 4,1% (lordi +3,5%) rispetto allo scorso anno anche per effetto dell’ingresso nel perimetro del Gruppo della CR Saluzzo e nonostante le cessioni di sofferenze, con un forte incremento delle nuove erogazioni di mutui e prestiti personali pari al 19,1% su base annua. 

Ricavi dell’attività caratteristica in contrazione del 3,6% nel periodo, più che compensata dalla riduzione delle rettifiche nette su crediti (-12,2% anno su anno).

Solidità patrimoniale ai vertici del sistema bancario italiano con un CET1 ratio Phased In pari al 13,8 % (13,3% Fully Phased). Buffer di capitale in eccesso rispetto al requisito minimo richiesto dalla BCE per il 2017 (SREP al 7,25%) superiore a 650 bps.

Sono state avviate le attività per la predisposizione del nuovo Piano Industriale che sarà presentato al mercato entro l’estate, in anticipo rispetto alla scadenza naturale a fine 2017 dell’attuale piano in conseguenza delle mutate condizioni macroeconomiche, di mercato e dei tassi di interesse rispetto alle ipotesi di base iniziali.

Dichiarazione di Alessandro Vandelli, Amministratore delegato di BPER Banca

“Il 2016 è stato certamente un anno complesso sotto diversi punti di vista, per l’economia, per la politica italiana ed europea e per il settore bancario, specialmente in Italia. In questo scenario, il Gruppo BPER Banca ha vissuto un 2016 che possiamo definire “storico”, segnato da eventi molto importanti per la vita societaria. In primo luogo, la trasformazione in società per azioni, processo portato a termine in modo lineare e senza registrare alcuna domanda di recesso da parte dei soci. Un altro importante traguardo raggiunto è stata la validazione dei modelli interni ottenuta dalla BCE che ci consente di esprimere in modo ancor più efficace una solidità patrimoniale ai vertici in Italia ed in Europa. Inoltre, il 2016 è stato il primo anno di attività di BPER Credit Management, la società di gestione delle sofferenze del Gruppo, con primi risultati in miglioramento dei recuperi sulle sofferenze di quasi il 20%; nell’anno il Gruppo ha realizzato cessioni per un totale di oltre 700 milioni di Euro, corrispondente a circa il 10% dello stock di inizio anno, completando il programma di vendite pianificato in piena coerenza con l’obiettivo di riduzione dello stock lordo. La maggiore efficienza nella gestione del credito problematico ha portato ad un significativo aumento dei flussi di ritorno in “bonis” da crediti deteriorati (+16,9% anno su anno); il miglioramento della qualità del portafoglio credito è testimoniato dall’ulteriore calo dei passaggi a credito deteriorato (-6.1% rispetto al 2015), dalla riduzione di 122 punti base dell’incidenza dei crediti deteriorati lordi (al 22,1%) e dall’aumento del livello di copertura al 44,5%  La redditività dell’attività ordinaria con la clientela risulta soddisfacente considerando il perdurare di un contesto economico e di tassi particolarmente difficile e dei rilevanti contributi dovuti dal Gruppo per tutto il 2016 ai Fondi di Risoluzione e di Garanzia dei depositi. L’attività di finanziamento alla clientela ha registrato una significativa accelerazione nell’anno del 4,1%, sia nel comparto dei privati sia delle imprese. Molto positiva è risultata la crescita della raccolta complessiva pari al 3,9%, con la componente di raccolta indiretta che fa segnare un incremento di oltre l’8%; inoltre, risulta apprezzabile l’andamento del comparto “bancassurance” che cresce a doppia cifra. Alla luce della positiva valutazione del risultato economico riferito all’attività ordinaria, dell’ottima solidità patrimoniale e della fiducia nelle prospettive di crescita del Gruppo, il Consiglio ha altresì approvato la proposta di distribuzione di un dividendo di 6 centesimi di Euro per azione a conferma dell’attenzione nei confronti dei propri azionisti nonostante i condizionamenti del difficile scenario esterno. Infine, mi preme sottolineare che sono già state avviate le attività per l’elaborazione del nuovo Piano Industriale che sarà presentato presumibilmente entro l’estate, in anticipo di qualche mese rispetto alla scadenza naturale a fine 2017 dell’attuale piano; tale decisione è giustificata dai rilevanti scostamenti, che si sono registrati nel corso degli ultimi due anni nello scenario macroeconomico, di mercato e dei tassi di interesse rispetto alle ipotesi assunte alla base del precedente Piano”.