Il "modello Toscana" tra sviluppo e burocrazia
Firenze, al convegno di BPER Banca e La Nazione nuove ricette del saper fare impresa
Il “Made in Tuscany” come modello del saper fare impresa, da esportare. E’ quanto è emerso mercoledì 19 settembre a Firenze durante l’omonimo convegno promosso da BPER Banca e La Nazione, presso l'auditorium Attilio Monti del quotidiano. Fare impresa si può e oggi chi investe sul territorio sa bene degli ostacoli da affrontare e superare prima di cominciare a vedere i frutti del proprio lavoro. Ma il valore aggiunto di creare ricchezza (e consapevolezza di forza sinergica) è più forte di ogni impedimento, soprattutto se il credito dà... credito alla crescita.
Un confronto-incontro, quello di ieri, tra importanti soggetti della Toscana: moderati dal direttore de La Nazione Francesco Carrassi hanno preso parte Fabrizio Togni, Direttore generale BPER Banca; Gina Giani, Amministratore delegato di Toscana Aeroporti; Antonella Mansi Presidente del Centro di Firenze per la Moda Italiana; Alessia Antinori, Vicepresidente di Marchesi Antinori e Eike Schmidt Direttore delle Gallerie degli Uffizi. E' stata la professoressa Elena Gori, docente di economia aziendale all'Università di Firenze a dettare le linee della discussione. “Attrattività e competitività, spesso si confondono. Ciò che fa la differenza è saper resistere sul mercato nel lungo termine. La Toscana si è distinta nella crisi per la sua resilienza, ora però recupera in modo lento. La ricetta? Investire in nuove tecnologie e puntare sui mercati esteri”. Ma come fare?
“La nostra banca è pronta a giocare un ruolo importante - ha spiegato Fabrizio Togni -: il nostro obiettivo non è solo aprire sportelli ma trovare un'alchimia col tessuto economico toscano. C'è voglia di tornare al ruolo di facilitatori dello sviluppo. Crediamo nella Toscana”. E nella Toscana credono anche le donne manager presenti al convegno. “Attrattività è diversa da competitività, ma se un territorio non è competitivo non attrae - ha ammonito Antonella Mansi -. Parliamo ancora delle nostre imprese come se fossero quelle di dieci anni fa... La svolta è necessaria e dev'essere strategica e sinergica”. Di identità ha parlato invece Alessia Antinori. “E' un motore di sviluppo, è l'essenza del territorio. Su questo dobbiamo puntare per crescere”. Ma è un processo arduo e tortuoso, come sostenuto da Gina Giani. “Molti dei problemi della Toscana sono legati alla connettività; il gap si palesa soprattutto sulla costa. Il fatto, e lo stiamo vivendo con l'approvazione del masterplan per lo scalo di Firenze, è che in Italia i progetti vivono il dramma della burocrazia”. L'eco a Gina Giani è arrivato dal direttore Schmidt: “Anche noi, per qualunque cosa, dobbiamo fare molto di più rispetto agli altri Paesi. Ma noi non disperiamo e proviamo comunque a fare”. Perché, dal turismo alla moda, dal manifatturiero all'enogastronomia, abbiamo un tesoro inestimabile. Da sfruttare meglio.